In Silence in a Garden

Nel silenzio in un giardino

Gli alunni del sesto anno ‘Rubies’ arrivarono ai Giardini di Sant’Antonio.

Erano preparati in anticipo che questa gita non consisteva nel prendere appunti sui loro quaderni riguardo alla varietà di alberi e di piante che avrebbero visto. Non si trattava nemmeno di riprendere a prepararsi a fare interviste ad alcune persone che sarebbero state nel giardino, e a scrivere le loro reazioni. 

“Allora che cosa faremo? Ascolteremo una storia raccontata da un autore locale nel Giardino Segreto?” chiese un alunno.

“Niente di tutto questo”, rispose il maestro. “Sapendo quanto vi divertiate quando vi mettete sui cuscini in silenzio ogni giorno prima di cominciare con le lezioni, faremo anche questo fuori dall’aula”.

Giunti al cancello d’entrata del giardino, il maestro spiegò ai suoi alunni che cosa dovevano fare: “Guardate il vialetto e notate la linea diritta lungo le lastre. Voglio che vi mettiate sulla linea, uno dietro l’altro mantenendo un po’ di distanza. Ora, cominciate a camminare sulla linea mettendo un piede davanti all’altro, facendo piccoli passi finché non avrete raggiunto l’estremità del vialetto.  Camminate nel silenzio”.

Camminando sulla linea, i ragazzi notavano molti fiori rosa alla loro destra, e fiori arancione alla loro sinistra.

Il vialetto li condusse presso panchine di legno a forma semicircolare, lontano dal rumore, in modo che la gente potesse stare seduta in silenzio, il quale è molto necessario per la mente e il cuore.

Si fecero il segno della croce e ringraziarono Dio per trovarsi in questo luogo quieto.

Gli alberi, alti e larghi, li riempirono di soggezione mentre sorridevano alla bellezza di questo luogo tranquillo circondato da molti alberi e fiori splendidi.

Insieme ricordarono momenti della vita di Gesù ogniqualvolta si sentiva felice o triste, e andava nei giardini per passare del tempo nel silenzio.

Dopo qualche tempo, il maestro li invitò a sedersi in una posizione comoda, con il dorso eretto e gli occhi chiusi, e di mettersi a inspirare ed espirare.

Mentre inspiravano ed espiravano, dovevano compitare nella testa il nome Gesù, accentuando le due sillabe: GE-SÙ.

Disse loro anche di stare attenti a qualunque suono che sentivano mentre stavano silenziosi, affinché dopo avrebbero fatto partecipi gli altri dell’elenco dei suoni recepiti, e quello che avrebbe fatto partecipi gli altri del maggior numero di suoni sarebbe stato il vincitore. Dovevano aprire gli occhi di nuovo quando avrebbero sentito una campana.

I ragazzi sedettero aulle panchine, si misero in una posizione comoda, e appoggiarono il dorso eretto alla panchina.

Poi chiusero gli occhi.

Mentre inspiravano ed espiravano, compitavano la parola JE-SUS nella testa.

Stavano fermi.

Diventavano consci del ritmo del loro respiro e di quanto calmo fosse.

Dopo circa dieci minuti, ci fu lo squillo di una campana.

I ragazzi aprirono gli occhi di nuovo.

Coloro che volevano far partecipi gli altri delle sensazioni recepite potevano farlo.

Un ragazzo cominciò dicendo che aveva sentito alcuni pensieri nella testa – pensieri che da molto tempo e spesso rimuginava. Aveva persino sentito uno dei suoi genitori gridare, arrabbiarsi e fracassare oggetti ogniqualvolta s’ubriacava.

Nonostante provasse certe emozioni, nello stesso tempo disse che mentre ripeteva le sillabe GE-SÙ, se ne liberava affidandole nelle mani di Gesù.

Altri ragazzi dicevano che avevano sentito uccelli cinguettare, anatre schiamazzare e piccioni tubare.

Altri avevano sentito macchine strombazzare, un bambino piangere e una sirena di un’ambulanza fischiare.

“Ottimo”, disse il maestro e aggiunse, “Chiunque senta il bisogno di parlare con qualcuno sulle cose che abbia sentito nella mente, può fare questo con un grande quando saremo giunti a scuola. Ora possiamo alzarci dalla panchina e continuare a meditare usando l’olfatto mentre camminiamo lungo un altro vialetto di questo giardino”.

I ragazzi si stupirono  dell’olezzo dell’aria fresca, della fragranza dei fiori, e dell’odore del suolo bagnato mentre alcuni giardinieri innaffiavano gli alberi e le piante. I ragazzi godevano anche i raggi caldi del sole che si passavano fra gli alberi e finivano sui loro volti.

Il tempo passò rapidamente ed era tempo di lasciare il giardino e ritornare a scuola. La gita terminò con una preghiera di ringraziamento. Allora avevano energia nuova  per continuare con i compiti da svolgere ancora in classe, mentre incoraggiavano altri alunni delle altre classi di fare pure questa esperienza poiché s’erano divertiti da pazzi.